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Imprese pronte ad assumere, ma mancano «talenti»: nella meccanica una su 2 non trova i candidati giusti

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imprese pronte ad assumere

Nel nostro paese tra i settori dove è sempre più difficile trovare i profili giusti emerge anche la meccanica dove «più della metà, il 56%, delle imprese ha difficoltà nel reperire i profili professionali necessari per lo svolgimento dell’attività aziendale. Un dato peggiore di quello già estremamente negativo rilevato circa due anni fa, quando erano il 47% le aziende che evidenziavano questo grande problema». Il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, riassume così il paradosso dei paradossi dell’industria metalmeccanica che, secondo quanto emerge dall’indagine congiunturale della federazione sul primo trimestre 2021, si sta riprendendo. L’impatto di questo quadro sulle prospettive occupazionali fa sì che il 16% delle imprese dice di dover aumentare gli occupati nei prossimi mesi, rispetto all’8% che ritiene di doverli diminuire. Tutto questo quadro deve però ancora una volta fare i conti con l’ormai cronico problema della difficoltà a trovare le figure giuste. Entrando nel merito le competenze più difficili da reperire sono quelle tecniche di base e tradizionali, come dice il 42% degli intervistati, seguite da quelle trasversali per il 31% e dalle competenze tecnologiche avanzate e digitali per il 24%. «È un circolo vizioso che non ci possiamo permettere. Si deve invece attivare un circuito virtuoso con investimenti ben mirati nell’istruzione e con politiche attive efficaci. Bisogna fare presto e fare bene», sottolinea Franchi. È un mondo quello della metalmeccanica di cui chi va a scuola o cerca lavoro non sempre riesce a intercettare il cambiamento, testimoniato da due fattori in particolare. Uno è che quasi la metà degli occupati sono white collar. L’altro è il lessico: le parole chiave sono divenute sempre più Iot, robotica, Cloud e Fog computing, robotica, stampanti 3D, Intelligenza Artificiale, Big Data.

Rif.  24 Economia e Lavoro

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